Abbiamo scelto di inaugurare il blog di Artness Project oggi, perché non è una data qualsiasi: tutto il mondo, persino in una situazione come quella che stiamo vivendo, celebra la “Giornata Mondiale della Creatività”.
Artness Project è un’idea di Francesca Amé e Paivi Biancolino (volete sapere qualcosa di più di noi? Cliccate qui): costruiamo percorsi di benessere attraverso la creatività. Come? Per ora, da qui, attraverso questo blog e queste parole che condividiamo con voi.
Ma in cantiere ci sono progetti che non vediamo l’ora di raccontarvi…
La riconoscete l’immagine che abbiamo scelto?
Scommettiamo di sì: è un dettaglio, “il dettaglio”, della Creazione dell’Uomo sulla volta della Cappella Sistina che Michelangelo Buonarroti dipinse nel 1511 (a proposito: sapete che i Musei Vaticani si sono attrezzati per farci gustare da vicino, in maniera straordinaria, il loro patrimonio anche da casa? Trovate tutto qui).
Ora proviamo a dimenticare tutto quello che sappiamo di questo capolavoro della storia dell’arte e a leggerlo per ciò che può significare oggi, per tutti noi.
È iconico: è la mano di Dio che dà origine a tutto e alla vita dell’Uomo. È la creatività quale vero “motore del mondo”.
È attuale: parla di contatti fisici così indispensabili e oggi negati, di mani che non si possono neanche sfiorare ma che si cercano, di scambi e relazioni che devono trovare nuovi modi di esprimersi. Ci mostra che la forza generativa della creatività può essere racchiusa in un solo gesto, così semplice eppure così potente.
È energia: una forza creativa che scaturisce dal dito alla nostra destra e che “attiva” la mano più stanca, più debole, quella che si trova alla nostra sinistra. Questa è la forza creativa della generatività, quella che piace a noi e che che sta alla base di Artness.
È la creatività capace, specialmente in momenti come questi, dove tutti i contrasti appaiono ancora più marcati (quante cose vorremmo fare, e non possiamo…), di generare vita e bellezza. Nonostante tutto.
E ora, come primo piccolo esercizio di Artness, soffermiamoci sull’immagine intera (coglietene i contrasti, osservate i colori freddi e la staticità grave della parte sinistra e il dinamismo dirompente leggero e vorticoso della parte destra).
Poi riguardiamo le mani: proviamo a farci contagiare dalla forza di questo gesto, mettendoci in contatto con la nostra parte creativa per riattivare quella parte di noi che in questo momento si sente sopraffatta o sopita dal momento che viviamo.
Come?
Basta anche una piccola azione quotidiana: avete presente quel libro che sta sul vostro comodino e che non avete avuto voglia finora di aprire? Ecco, potete leggerne una pagina.
Oppure tirare fuori un taccuino e dei colori e cominciare a disegnare qualsiasi cosa vi passi per la mente. Oppure provare a prendervi maggior cura di una piccola pianta che avete in casa: provate a toccare la terra e a smuoverla.
Come vi sentite? Che cosa provate?
Scegliete qualsiasi cosa che vi faccia “toccare” un materiale generativo: carta per scrivere o disegnare, carta per leggere, terra per fare un invaso, un tessuto se vi piace cucire, della farina se amate cucinare.